Il broccolo fiolaro appartiene alla famiglia delle Crocifere – specie Brassica Oleracea, di cui fanno parte numerose sottospecie molto più conosciute, quali il cavolfiore, i cavoletti di Bruxelles, il cavolo rapa, la verza, il capuccio,
…Il termine broccolo deriva dalla parola “brocco” che significa germoglio, rampollo. Il termine fiolaro è di origine dialettale ed indica i cd. “fioi” (figli), germogli di consistenza erbacea, secondari rispetto all’apice centrale dominante, che sono inseriti lungo il fusto ed all’ascella delle foglie. I “fioi” e le foglie più giovani costituiscono la parte edule del broccolo, che viene sempre utilizzato cotto.
Si tratta di una coltura tipica della collina di Creazzo, di apprezzata qualità derivante dalla felice combinazione tra elementi climatici e composizione del terreno. E’ una coltura prettamente a raccolta invernale che abbisogna di un clima non troppo freddo ed asciutto, anche se riesce a sopportare per brevi periodi temperature piuttosto rigide (- 8/10° C).
Come tutte le piante della sua specie, è un ortaggio ricco di sali minerali (fosforo, potassio, calcio, ferro, zolfo,…) e di vitamine essenziali (C, B1, B2, PP, A…). Note fin dall’antichità sono le proprietà antiscorbutiche, remineralizzanti, ricostituenti, energetiche, antianemiche, disinfettanti, antidiabetiche, ….ed infine sono riconosciute proprietà anticancerogene dovute alla presenza di composti dello zolfo.
Con questo broccolo, oltre ad essere utilizzato come ingrediente principale per la preparazione di primi e secondi piatti, viene anche utilizzato per la guarnizione di pizza, semplice verdura cotta ma anche per dolci e addirittura per la grappa.